sabato 1 giugno 2013

Il Signore degli Anelli - Le due Torri

Il Signore degli Anelli - Le due Torri
Regia
Regia: Peter Jackson
Soggetto: J. R. R. Tolkien (romanzo)
Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
Casa di produzione: New Line Cinema
Distribuzione (Italia): Medusa Film
Fotografia: Andrew Lesnie, A.C.S.
Montaggio: Michael J. Horton, Jabez Olssen
Effetti speciali: Joe Letteri, Richard Taylor, Jim Rygel
Musiche: Howard Shore, Fran Walsh, Emiliana Torrini

Scenografia: Grant Major, Dan Hennah, Alan Lee, John Howe

Personaggi:
Elijah Wood: Frodo Baggins
Ian McKellen: Gandalf
Liv Tyler: Arwen
Viggo Mortensen: Aragorn
Sean Astin: Samvise Gamgee (Sam)
Cate Blanchett: Galadriel
John Rhys-Davies: Gimli
Bernard Hill: Théoden
Christopher Lee: Saruman
Billy Boyd: Peregrino Tuc (Pipino)
Dominic Monaghan: Meriadoc Brandibuck (Merry)
Orlando Bloom: Legolas
Hugo Weaving: Elrond
Miranda Otto: Éowyn
David Wenham: Faramir
Brad Dourif: Vermilinguo
Karl Urban: Éomer
Andy Serkis: Gollum/Sméagol
Craig Parker: Haldir
Bruce Hopkins: Gamling
John Noble: Denethor (versione estesa)
Sean Bean: Boromir (versione estesa)

Trama:
La storia riprende dopo la fine della prima parte, La Compagnia dell'Anello.
Durante la marcia verso Mordor, Frodo e Sam si accorgono di essere seguiti e decidono di tendere una trappola al loro inseguitore. Una notte lasciano che Gollum si avvicini loro alla ricerca dell'Anello per poi catturarlo dopo una piccola battaglia strappandogli la promessa di essere accompagnati a Mordor in cambio della libertà.
Ad Isengard Saruman crea sempre più Uruk-hai per la guerra contro Rohan e stringe nuove alleanze con gli uomini delle montagne per farli combattere al suo fianco. Così i mostri creati dal potere malefico dello stregone cominciano a razziare le terre del Mark attaccando i villaggi e uccidendone tutti gli abitanti. In uno dei tanti scontri tra Rohan e le forze di Saruman, Théodred, figlio del re Théoden, rimane ferito gravemente per poi essere ritrovato dal cugino Éomer in fin di vita e condotto a Edoras. Qui Éomer è cacciato da Rohan dopo uno scontro verbale con Grima Vermilinguo in cui il nipote del re manifesta i suoi sospetti verso di lui, infatti, in segreto, Grima lavora per Saruman e ritiene pericolosa la vicinanza di Éomer al re (ormai assoggettato al potere dello stregone bianco). La cacciata di Éomer lascia la sorella di quest'ultimo, Éowyn, inerme e indifesa alle trame del viscido consigliere dello zio.
Nel frattempo il gruppo di Uruk-hai che hanno rapito Merry e Tuc si unisce ad alcuni orchi provenienti da Mordor che vorrebbero portarli da Sauron ma, invece, si vedono costretti ad accompagnare verso Isengard i loro più forti simili. Giunti sul limitare della foresta di Fangorn, gli orchi si fermano per una pausa e cominciano a litigare sulla sorta degli hobbit (che alcuni vorrebbero divorare). La lite degenera finché essi non vengono interrotti dai cavalieri comandati da Éomer che li trucidano.
Aragorn, Legolas e Gimli, sulle tracce degli Uruk-hai, incontrano Éomer e la sua banda per avere informazioni sui rapitori degli hobbit. Questi ultimi riferiscono loro che gli orchi sono stati completamente distrutti e che non c'erano sopravvissuti. A questo punto, senza nessuna speranza, i tre si recano sul luogo dello scontro e, grazie alle abilità di Aragorn, capiscono che gli hobbit, nella confusione generale, si sono salvati rifugiandosi nella foresta di Fangorn.
Entrandovi aspettandosi di trovare gli hobbit, i tre invece incontrano improvvisamente Gandalf il Bianco, che credevano ormai scomparso dopo lo scontro con il Balrog avvenuto sul ponte di Khazad-dûm: lo stregone si presenta nelle vesti di capo degli stregoni a seguito sia del tradimento di Saruman sia della sconfitta del Balrog. Con questo incontro lo scopo dei tre guerrieri cambia radicalmente: Gandalf, infatti, suggerisce ai tre di evitare di seguire le tracce dei due hobbit, poiché sa che sono riusciti a mettersi in salvo, e riporta la loro attenzione su un problema più grande: la guerra che sta per colpire Rohan. I quattro devono raggiungere il re di Rohan e risvegliarlo dall'incantesimo di Saruman, che l’ha intorpidito nel corpo e nella mente e reso incapace di agire, per poterlo convincere a organizzare una difesa contro l'esercito di ferocissimi Uruk-hai che si avvicina sempre più a Rohan per distruggerlo.
Gollum, Frodo e Sam, dopo aver marciato verso il Nero Cancello di Mordor e non essere riusciti a entrare, decidono di prendere un'altra via, nota solo a Gollum, e così riprendono il loro viaggio. Durante una sosta s’imbattono in uno degli eserciti di Sauron. Non facendosi notare, osservano il loro passaggio scorgendo un animale a loro sconosciuto: l'Olifante. Mentre ammirano questo enorme animale, non si accorgono della presenza degli uomini di Gondor capitanati dal giovane Faramir, che attaccano e massacrano l'esercito nemico per poi catturare Frodo e Sam, ritenendoli delle spie. Dopo la cattura sono condotti in un rifugio all'interno di una cascata (la cosiddetta "Finestra che si affaccia a Occidente") usato come base per i movimenti delle truppe di Gondor. Frodo rivela a Faramir di essere partito da Gran Burrone con altri sette compagni, tra cui Boromir. Faramir allora rivela ai due hobbit di essere il fratello di Boromir, e di come inizialmente avrebbe dovuto partire lui per Gran Burrone, ma, a causa del padre Denethor, Boromir fu scelto per partecipare al Consiglio di Elrond. Infine informa Frodo e Sam della morte di Boromir, lasciando sconvolti i due hobbit.
Risvegliato re Théoden dall'incantesimo, i compagni riescono a convincerlo a muovere guerra contro gli orchi e il re decide di rifugiarsi al Fosso di Helm per affrontare i nemici, così tutti gli abitanti e i cavalieri di Rohan abbandonano la città per recarsi alla fortezza costruita sopra il fosso. Gandalf, invece, lascia i profughi dirigendosi a nord a cercare rinforzi.
Durante l'esodo, Vermilinguo, cacciato dal re, torna da Saruman e lo informa di questi progetti, e così il malvagio stregone decide di mandare una squadra di mannari selvaggi per attaccarli. Nello scontro sono vittoriosi gli uomini di Rohan, ma Aragorn cade in burrone, trascinatovi da un mannaro.
Dopo la battaglia, i sopravvissuti raggiungono il Fosso di Helm, dove cominciano a barricarsi per l'imminente scontro con le forze di Saruman, e con stupore di tutti ritorna anche Aragorn, salvatosi dal dirupo e recante notizie riguardanti le forze del nemico. Alle forze impegnate nella difesa disperata si unisce anche uno squadrone di elfi (guidati da Haldir) inviati da Elrond, Celeborn e Galadriel per onorare l'antica alleanza tra elfi e uomini. Nel frattempo Saruman scopre il punto debole del Fosso di Helm: una grata di drenaggio dell'acqua, per niente protetta, e decide di iniziare da lì il suo attacco alla fortezza.
Gollum, sfuggito alla cattura dei Gondoriani, è sorpreso da Faramir mentre s’immerge nello stagno proibito vicino al loro rifugio in cerca di pesci. A questo punto è fatto chiamare Frodo per decidere della sua vita, e l’hobbit sceglie di aiutare i soldati di Gondor a catturarlo. Durante l'interrogatorio Gollum svela il segreto dell'Anello e Faramir decide di tenerlo per sé e donarlo a suo padre, sovrintendente di Gondor, soprattutto per dimostrare il suo valore di fronte al genitore.
Le truppe di Saruman arrivano davanti al Fosso per l'imminente scontro che vede gli Uruk-hai contro l'alleanza di uomini ed elfi. La battaglia inizia, sotto la tempesta, dopo una freccia scoccata per sbaglio da un arciere di Rohan che uccide uno dei nemici. All'inizio lo scontro sembra svolgersi a favore dei difensori, ma la scoperta del punto debole della fortezza rende il tutto più difficile: Saruman ha infatti creato una polvere da sparo molto potente, creando delle "bombe" utilizzate per aprire una breccia nelle mura, nella quale si riversano immediatamente ondate di Uruk-hai che riescono ad aprirsi un varco e conquistare parte del Fosso. I difensori si rifugiano all'interno della torre della fortezza in un ultimo disperato tentativo di difesa. Lì è deciso l'ultimo attacco dei difensori, cioè una carica a cavallo in mezzo agli Uruk-hai in nome di Rohan e della sua gente. Dopo quest'ultimo atto eroico, i difensori trovano la vittoria grazie all'improvviso arrivo di Gandalf e della compagnia di Éomer che lo stregone era andato a cercare.
Dopo aver cercato invano di convincere gli Ent a entrare in guerra contro Sauron e Saruman durante l'Entaconsulta, Pipino chiede a Barbalbero di accompagnarli non a nord ma a Isengard, dove riprenderanno la strada per la Contea, con uno stratagemma: "Più ci avviciniamo al pericolo, meno rischiamo di essere notati" come afferma Pipino. Dirigendosi verso Isengard, Barbalbero si accorge dello scempio compiuto da Saruman ai danni della foresta, e decide di richiamare tutti gli Ent per muovergli guerra. Saruman, ormai sicuro di avere la vittoria in pugno, è colpito alla sprovvista da un nuovo potente nemico che aveva sottovalutato e da cui è immediatamente sopraffatto.
Nel frattempo, Sauron attacca Osgiliath, ultima roccaforte dei Gondoriani prima di Minas Tirith, difesa da Faramir e dalla sua armata. Durante la battaglia, il capitano di Gondor decide di lasciar liberi Frodo, Sam e Gollum dedicandosi alla difesa della città nonostante la loro netta minoranza ma avverte il Portatore dell'Anello di stare in guardia.
Il quadro finale su cui si apre la terza parte della trilogia (Il ritorno del Re) e questo: con l'esito della Battaglia del Fosso di Helm Saruman è sconfitto, ma Sauron sta comunque estendendo il suo potere invadendo Gondor e Gollum trama subdolamente alle spalle di Frodo e Sam per impadronirsi dell'Anello.

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